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Nelle Alpi Apuane il lardo di Colonnata è ricavato dallo strato adiposo della schiena di suini di grossa stazza, provenienti dalla Toscana e da altre regioni italiane. Ridotto a pezzi regolari, viene prima aromatizzato con pepe, cannella, chiodi di garofano, salvia, rosmarino e aglio e poi fatto maturare in ampi recipienti di marmo non poroso, le cosiddette “conche” spesso strofinate all’interno con aglio per rendere le pareti meno permeabili.  Le vasche che contengono i pezzi di lardo sistemati a strati vengono chiuse con una lastra di marmo e il tutto è lasciato stagionare per almeno sei mesi.

Di colore bianco leggermente rosato il lardo di Colonnata ha profumo delicato, leggermente dolce, con ricordi di erbe aromatiche e spezie. La consistenza è tenera quasi fondente.

Si conserva in luogo fresco avvolto in un panno umido.

Il lardo di Colonnata va tagliato a fettine molto sottili ed è ottimo servito sul pane tostato. In cucina barda volatili da cuocere al forno, ammorbidisce farcie e si avvolge attorno a ostriche e gamberi da cucinare allo spiedo.

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Il fungo di Borgotaro appartiene alla specie Boletus e si incontra nei boschi intorno al comune  di Borgotaro, sugli Appennini in provincia di Parma.

Nasce nei boschi dalla vegetazione molto rigogliosa, ricchi di faggi, castani, pioppi e conifere.

Si distingue dagli altri porcini per l’eccezionale morbidezza e il sapore delicato e dolce che ricorda l’humus e il sottobosco. Ha colore che va dal nocciola chiaro al marrone.

I funghi di Borgotaro vanno preferibilmente consumati poco dopo la raccolta, anche se possono essere conservati per qualche giorno in luogo fresco. Per prolungarne la conservazione vengono affettati ed essiccati al sole oppure surgelati crudi.

In cucina i funghi novelli quando ancora di piccole dimensioni possono essere consumati crudi, affettati sottilmente e conditi con olio e sale. Quelli più grossi si cucinano trifolati.

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Prodotto tipico. Si intende un alimento, di origine animale o vegetale, di una determinata zona che per le sue caratteristiche qualitative e produttive si distingue da altri simili.

Specialità. Si intende un alimento ottenuto dalla trasformazione di materie prime animali o vegetali (oli, salumi, formaggi).

DOP. La sigla Denominazione di Origine Protetta identifica un prodotto alimentare la cui produzione, trasformazone ed elaborazione devono avvenire in un area geografica determinata e attenendosi a un disciplinare.

IGP. La sigla Indicazione Geografica Protetta è attribuita quando il legame con il territorio è presente in almeno uno degli stadi della produzone, della trasformazione o dell’elaborazione del prodotto.

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